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Il cocktail di anticorpi REGN-COV2 riduce i livelli virali e migliora i sintomi nei pazienti COVID-19 non-ospedalizzati


I primi dati da un'analisi descrittiva di uno studio di fase 1/2/3 senza interruzioni del cocktail di anticorpi sperimentali REGN-COV2 hanno mostrato una riduzione della carica virale e del tempo necessario per alleviare i sintomi nei pazienti non-ospedalizzati con COVID-19.
REGN-COV2 ha anche mostrato tendenze positive nella riduzione delle visite mediche.

Lo studio in corso, randomizzato, in doppio cieco, ha come obiettivo la misurazione dell'effetto dell'aggiunta di REGN-COV2 al normale standard di cura, rispetto all'aggiunta del placebo allo standard di cura.
Questo studio fa parte di un Programma più ampio che include anche studi di REGN-COV2 per il trattamento dei pazienti ospedalizzati e per la prevenzione delle infezioni nelle persone che sono state esposte a pazienti COVID-19.

L'analisi descrittiva ha incluso i primi 275 pazienti arruolati nello studio ed è stata progettata per valutare l'attività antivirale di REGN-COV2 e identificare i pazienti con maggiori probabilità di trarre beneficio dal trattamento; la prossima coorte, che potrebbe essere utilizzata per confermare rapidamente e prospetticamente questi risultati, è già stata arruolata.

I pazienti nello studio sono stati randomizzati in un rapporto 1:1:1 a ricevere un'unica infusione di 8 grammi di REGN-COV2 ( dose alta ), 2.4 grammi di REGN-COV2 ( dose bassa ) oppure placebo.
Tutti i pazienti che hanno partecipato allo studio presentavano malattia COVID-19 confermata in laboratorio che era in trattamento ambulatoriale.
I pazienti sono stati caratterizzati prospetticamente prima del trattamento mediante test sierologici per vedere se avevano già generato anticorpi antivirali da soli, ed erano stati classificati come sieronegativi ( anticorpi antivirali non-misurabili ) o sieropositivi ( anticorpi antivirali misurabili ).
Circa il 45% dei pazienti era sieropositivo, il 41% era sieronegativo e il 14% era classificato come altro a causa di uno stato sierologico non ben definito o sconosciuto.

Come ipotizzato, i pazienti nello studio erano costituiti da due diverse popolazioni: quelle che avevano già prodotto una risposta immunitaria efficace e quelle la cui risposta immunitaria non era ancora adeguata.
Queste popolazioni potrebbero essere identificate sierologicamente dalla presenza ( sieropositiva ) o dall'assenza ( sieronegativa ) di anticorpi anti-SARS-CoV-2 e/o da elevate cariche virali al basale.
Lo stato sierologico era altamente correlato con la carica virale al basale ( p inferiore di 0,0001 ).
I pazienti sieropositivi avevano livelli di virus molto più bassi al basale e hanno rapidamente raggiunto cariche virali che si avvicinavano ai livelli più bassi quantificabili ( LLQ ), anche senza trattamento.
Al contrario, i pazienti sieronegativi avevano livelli virali sostanzialmente più alti al basale e hanno eliminato il virus più lentamente in assenza di trattamento.
Lo stato sierologico al basale prediceva anche quanto rapidamente i pazienti avessero attenuato i sintomi clinici del COVID-19.
Nei pazienti non-trattati ( placebo ), i pazienti sieropositivi hanno avuto un tempo mediano di attenuazione dei sintomi di 7 giorni, rispetto ai pazienti sieronegativi con un tempo mediano di attenuazione dei sintomi di 13 giorni.

REGN-COV2 ha ridotto rapidamente la carica virale fino al giorno 7 nei pazienti sieronegativi ( endpoint virologico chiave ).
La variazione media ponderata nel tempo della carica virale nasofaringea dal basale fino al giorno 7 nel gruppo sieronegativo è stata una riduzione maggiore di 0.60 log10 copie/mL ( p = 0.03 ) nei pazienti trattati con dosi elevate e una riduzione maggiore di 0.51 log10 copie/mL ( p = 0.06 ) nei pazienti trattati con una dose bassa, rispetto al placebo.

Nella popolazione generale, c'è stata una riduzione maggiore di 0.51 log10 copie/mL ( p = 0.0049 ) nei pazienti trattati con dosi elevate e una riduzione maggiore di 0.23 log10 copie/mL ( p = 0.20 ) nei pazienti trattati con una dose bassa, rispetto al placebo.

I pazienti con livelli virali al basale più elevati hanno presentato riduzioni della carica virale corrispondentemente maggiori al giorno 7 con il trattamento con REGN-COV2.
La riduzione media log10 copie/mL della carica virale rispetto al placebo è stata la seguente: carica virale superiore a 10(5) copie/mL: riduzione di circa il 50-60% rispetto al placebo; carica virale superiore a 10(6) copie/mL: riduzione di circa il 95% rispetto al placebo; carica virale superiore a 10(7) copie/mL: riduzione di circa il 99% rispetto al placebo.

Anche i pazienti che erano sieronegativi e/o avevano livelli virali al basale in crescita hanno presentato maggiori benefici in termini di attenuazione dei sintomi.
Tra i pazienti sieronegativi, il tempo mediano alla riduzione dei sintomi ( definito come sintomi che diventano lievi o assenti ) è stato di 13 giorni con placebo, 8 giorni con dosi elevate ( p = 0.22 ) e 6 giorni con dosi basse ( p = 0.09 ).
E' stata osservata una correlazione tra i pazienti con carica virale in incremento al basale e il corrispondente beneficio nel tempo necessario alla riduzione dei sintomi.

Entrambe le dosi sono risultate ben tollerate. Sono state osservate reazioni all'infusione in 4 pazienti ( 2 trattati con placebo e 2 con REGN-COV2 ).
Eventi avversi gravi si sono verificati in 2 pazienti trattati con placebo, in 1 paziente a basso dosaggio e in nessun paziente ad alto dosaggio.
Non ci sono stati morti nel corso dello studio.

Tra i primi 275 pazienti presi in esame, circa il 56% era ispanico, il 13% era afroamericano; il 64% presentava uno o più fattori di rischio per la forma grave di COVID-19, tra cui l'obesità ( più del 40% ).
In media, i pazienti avevano 44 anni di età.
Il 49% dei partecipanti era di sesso maschile e il 51% era di sesso femminile. ( Xagena2020 )

Source: Regeneron Pharmaceuticals, 2020

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