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Trattamento delle coagulopatie nei pazienti affetti da COVID-19


Sebbene la maggior parte dei pazienti affetti da COVID-19 presenti una infezione del tratto respiratorio, alcuni pazienti con forma grave di COVID-19 presentano anomalie della coagulazione che imitano varie coagulopatie sistemiche.
Queste comorbidità sono collegate a un aumentato rischio di mortalità.

Sono state riassunte le caratteristiche della coagulopatia in COVID-19 e i possibili interventi terapeutici.

Un aumento della concentrazione di D-dimero, una modesta diminuzione della conta piastrinica e un prolungamento del tempo di protrombina sono gli elementi più comuni nei pazienti con COVID-19 che presentano coagulopatia.

Dagli studi è emerso che circa il 5% dei pazienti aveva una conta piastrinica inferiore a 100 × 10(9) cellule/L; tuttavia, una lieve trombocitopenia può essere riscontrata nel 70-95% dei pazienti con grave infezione da COVID-19.
La trombocitopenia non è stata ancora considerata un importante predittore di progressione della malattia o di eventi avversi.

In studi precedenti, i pazienti con COVID-19 avevano livelli medi normali più alti di fibrinogeno, che sono scesi a meno di 1.0 g/L poco prima del decesso in un numero di pazienti in Cina.

Nel loro insieme, le evidenze disponibili suggeriscono che la coagulopatia associata a COVID-19 è una combinazione di microangiopatia trombotica di basso grado [ coagulazione intravascolare disseminata ] e microangiopatia trombotica polmonare localizzata, che potrebbe avere un impatto sostanziale sulla disfunzione d'organo nei pazienti più gravemente colpiti.

Una valutazione ripetuta di D-dimero, tempo di protrombina e conta piastrinica dovrebbe essere effettuata ogni 2-3 giorni.
Tutti i pazienti ospedalizzati devono essere trattati con Eparina a basso peso molecolare per via sottocutanea e i medici devono considerare la tromboembolia venosa ( TEV ) nei pazienti con alti livelli di D-dimero e in quelli con rapido deterioramento respiratorio.
Viene raccomandata l'angiografia TC ( angioTAC ) o l'ecografia del sistema venoso negli arti inferiori.

Se i test diagnostici non sono possibili e non vi sono fattori di rischio emorragici, deve essere presa in considerazione l'anticoagulazione terapeutica.

Alla luce della maggiore associazione tra COVID-19 e coagulopatia in questo gruppo di pazienti, l'American Society of Hematology ( ASH ) ha informato che si stanno sviluppando lineeguida di pratica clinica per aiutare i medici nell'uso degli anticoagulanti nei pazienti con COVID-19.
Le linee guida riguarderanno 4 gruppi di pazienti con COVID-19: pazienti ospedalizzati gravemente malati; pazienti ospedalizzati in condizioni critiche; pazienti con dimissione post-ospedaliera; pazienti non-ospedalizzati. ( Xagena2020 )

Fonte: Lancet Haematology, 2020

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